Ogni giorno diventiamo sempre più attivi: una serie di attività sportive più o meno diffuse conquistano un sempre più vasto bacino di praticanti, da più piccoli ai più grandi.
Fare sport è ottimo per il fisico, ma di certo non privo di rischi. Attività come il calcio, il downhill, motocross, il rugby, lo sci, le arti marziali e molte altre, possono portare a patologie quali la lussazione acromion-claveare e da usura (cuffia dei rotatori).
L’articolazione della spalla si "lussa" cioè esce di sede, perde la sua normale posizione, quando si cade sulla spalla o si ha un trauma diretto.
Le cause della lussazione acromion-claveare possono essere diverse, da un semplice allentamento dell'involucro dell'articolazione, ad una più grave rottura dei legamenti che la tengono nella posizione corretta: i legamenti coraco-clavicolari.
Il diffondersi di questi traumi con incidenza sempre maggiore, ha portato nel tempo a porre sempre più attenzione sul trattamento chirurgico del problema.
Tecniche operatorie standard
Il trattamento conservativo della lussazione acromion-claveare è molto spesso individuato nell’immobilizzazione della spalla, senza ricorrere all’intervento chirurgico, ma con uso di tutori spesso causa di irritazioni e discomfort. Come tutti i trattamenti che bloccano le articolazioni, questo obbliga il paziente a lunghi periodi riabilitativi. Le tecniche chirurgiche abituali, richiedono un primo intervento per la messa in situ, ed uno successivo per la rimozione. I fili sono instabili, le placche tendono a protrudere e dare antiestetiche cicatrici.